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È un posto magico. Molto magico.
Un luogo del cuore per sportivi o per chi semplicemente insegue il respiro della natura. Una natura fresca e rilassante che sembra fatta apposta per sfuggire al caldo troppo opprimente. Con quel profumo di sottobosco che ti avvolge salendo tra faggi e castagni secolari.
Molti lo conoscono perchè il Colle del Ghisallo non è solo un valico (750 metri) che collega la Valsassina con il Lario, che è quella parte di terra compresa tra i due famosi rami del lago di Como. No, oltre a questo, e agli, ahimè, ineludibili riferimenti manzoniani (chi a scuola non ha dovuto scrivere un tema sul “paesaggio dei Promessi sposi”?), il Ghisallo è la mèta simbolo dei ciclisti di ogni tempo. Anche dei motociclisti, certo, ma prima arrivano loro, i ciclisti, amatoriali o professionisti non importa.
Questa terra è la loro terra, perchè da qui passa il Giro di Lombardia (spesso anche il Giro d’Italia) e perchè qui dai primi del Novecento è bello ritrovarsi quando si scollina dopo le fatiche di una salita che non è mai uguale. E dove hanno lasciato il segno i Signori del ciclismo. Da una parte sorge il piccolo Santuario della Madonna del Ghisallo, camera con vista di un panorama meraviglioso. Dentro il santuario, profana ma non tanto, c’è una sorprendente raccolta di cimeli e biciclette di ogni tempo. Proprio per la sua popolarità tra gli appassionati, la Madonna del Ghisallo fu proclamata nel 1949 patrona dei ciclisti da Papa Pio XII grazie alla sollecita segnalazione di don Ermelindo Viganò, indimenticabile parroco di anime e di ciclismo, e non sempre in questo ordine.
Dall’altro lato, inaugurato nel 2006, grazie anche alla forte spinta di Fiorenzo Magni, Leone delle Fiandre e Terzo Uomo tra Coppi e Bartali, ecco spiccare sulla destra il Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo, imprescindibile deposito della memoria velocipedistica insieme a quello di Alessandria città delle Biciclette. Ebbene, qui al Ghisallo sulle due ruote potete trovare di tutto, ma proprio tutto: 1607 cimeli fra biciclette, maglie, tessere, documenti, attrezzatura meccanica, coppe, premi e francobolli.
Di una bellezza speciale sono le maglie: maglie rosa, maglie storiche, maglie di lanetta e di cotone, maglie di campioni e maglie di gregari. In ognuna c’è dietro una storia, una vittoria, una sconfitta, una caduta, una impresa. C’è quella sensazione unica e impagabile che da qui sia passata la Storia . Non solo quella ciclistica, ma di un intero Paese che nel ciclismo, sport di strada per eccellenza, spesso si è specchiata.