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Vibra e spinge forte l’orgoglio di Hamilton in Brasile: non ci sta a guardare andare via Verstappen come è successo nelle scorse settimane. E così dopo una qualifica con polemica e una gara Sprint sabato dal fondo a metà classifica, domenica ha fatto l’altro pezzo di impresa. Il secondo atto, di misura uguale al primo ma di peso ben più ampio, si è visto domenica, quando l’inglese è partito dal decimo posto, dalla metà esatta dello schieramento, arrivando sino alla vetta. Sino alla cima dell’ordine di arrivo, lasciando sbalorditi tifosi e rivali. Una gara memorabile, quasi epica per il sette volte campione del mondo.
Eppure Verstappen ha fatto davvero del suo meglio. Era partito bene, superando subito Bottas che, ieri, era riuscito a finirgli davanti, “qualificandolo” primo per la gara lunga. Sembrava comunque aver messo alle spalle quell’incubo della supremazia Mercedes della prima metà di stagione e l’arretramento di Hamilton sembrava sufficiente a fare una gara tranquilla. Invece il motore più fresco e l’irreprensibile contributo dal compagno di squadra di Bottas, hanno favorito Lewis.
Una lotta memorabile
Non senza dare spettacolo. Non senza soprendere il mondo per una lotta che, a tratti, è stata davvero memorabile. Si è vista infatti una gara bella come poche volte negli ultimi anni. Quello a Interlagos si può definire finalmente un gran premio proprio piacevole da guardare, forse il migliore del 2021. Tanti piccoli eventi e una battaglia vera “a centro gara”, ma a 12 giri dalla fine c’è stata una zampata definitiva, una mossa irreparabile. C’è da dire che, al di là dell’interesse del singolo, quello che conta è aver visto uno spettacolo a dir poco immersivo. Si è vista di nuovo una Formula 1 ad altissimi livelli, dove i due contendenti al titolo questa volta hanno catalizzato con merito la regia televisiva. Non c’era ragione, per una volta, di sintonizzarsi sulle posizioni leggermente più arretrate, perché lo show lo hanno fatto davvero quelli davanti.
Una rincorsa faticosa, una potenza ai limiti
Di questa gara rimarranno negli occhi i sorpassi di Hamilton, che non ha mai mollato dal primo all’ultimo giro. Dopo una serie di passaggi a danno di squadre secondarie del tipo “prego, passi pure”, al giro 18 la lotta è entrata davvero nel vivo. Con un overtake da annali, veramente muscolare, su Perez. Bello da vedersi, da salvare nei replay di tutti i tempi.
Ma che in poche curve se l’è visto restituire dal messicano della Red Bull, che ha mostrato una capacità e freddezza degna del posto che ricopre. Tuttavia, solo il giro dopo, Hamilton torna all’attacco e lo ripassa. Con le McLaren irriconoscibili, le Ferrari veloci ma più “tranquille”, c’era poi da fare i conti con Bottas, ma grazie a sicuri accordi pre-gara, il finlandese lo ha fatto passare senza un cenno di resistenza: ed è lì forse che Valtteri si è giocato una posizione migliore. D’altra parte c’era il capo squadra da far correre a inseguire Verstappen: un favore indispensabile, visto il ritardo in classifica che, ora, si è ristretto a 14 punti. Mentre fra i costruttori, grazie al primo e terzo della stella d’argento, il margine si allunga a 11.