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La Grande Montagna (Mortirolo e Valico di Santa Cristina) alla fine partorisce un topolino. Un topolino simpatico, ma proprio piccolo. Basti dire che il gruppetto dei big, che arriva quasi un minuto e mezzo dopo il vincitore di tappa (il ceco Joan Hirt), pur di non cedere nulla, ma proprio nulla, al epilogo dell’Aprica lotta per il terzo posto come se fosse il premio della vita.
Uno sprint surreale per il Gotha della classifica perchè in palio ci sono semplice quattro secondi d’abbuono. Una robetta, di solito. Ma in questo Giro così aperto e imprevedibile anche i granelli di sabbia fanno la differenza.
Carapaz sempre in rosa
Alla fine, nello sprint dei capataz, la spunta l’inglese Jai Hindley precedendo d’un soffio Richard Carapaz, che conserva la maglia rosa per tre secondi. L’ecuadoriano ce l’ha fatta, ma che fatica! Al epilogo ha la faccia scura. Molto scura. Sa d’aver rischiato molto. «Sì è stata durissima. L’importante però era conservare la maglia rosa. Siamo tutti al limite. Comunque può ancora succedere di tutto».
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