I punti chiaveQuel pasticciaccio brutto del pit stopAncelotti foreverMonza in A dopo 110 anniAscolta la versione audio dell'articolo
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Ora che è finito il campionato di football, e non ci sono più gli arbitri a stupirci con le loro norme cervellotiche, a tenere su il morale ci aiuta la Ferrari. Invece di stare sulla difensiva, per i non mirabili exploit di Miami e Barcellona, tutto l’ambiente della Rossa, dopo l’ottima pole di sabato, si era di nuovo caricato a pallettoni. Come se già tutto fosse finito col trionfo del Cavallino. Titoloni da incrociare la dita: «A Montecarlo gira la roulette, ma la Ferrari sa come si gioca». Oppure: «Capolavoro di Leclerc». E ancora: «Leclerc, tempi da fenomeno». Per non dire di un «Irresistibile come Ayrton».
Quel pasticciaccio brutto del pit stop
Insomma, un diluvio di elogi che, come si sa, alla vigilia di un Gran Premio, non portano mai bene. E Infatti ecco il pasticciaccio avvenuto al muretto nel pit stop decisivo della gara. Con Leclerc che era stato richiamato per il cambio gomme e invece gli viene detto che no, contrordine, doveva star fuori perchè in piazzola c’era già Sainz. Come succede a noi, comuni mortali, quando, guidando esausti, ci dicono infastiditi di andare altrove perchè il parcheggio è già occupato. Un disastro fantozziano con il risultato che lo sventurato Leclerc, da primo, si è ritrovato quarto, dietro a Verstappen, Sainz e al vincitore Sergio Perez.
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